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Sviluppi e conclusioni. O epilogo, se preferite
16/10/2006

All'undicesimo giorno, ho interrotto il digiuno. Con tutti gli accorgimenti del caso, s'intende. Un po' per volta, nutrendomi di alimenti leggeri e facilmente digeribili. Avevo perso anche due-tre chili e mi sentivo benissimo, solo un po' debole. Nel frattempo, si è interessata a me la Diocesi di Milano: vedi qui e persino il settimanale "Grazia" che pubblicherà un'intervista nel numero in edicola mercoledì 18 ottobre.
Domenica scorsa è uscito in prima pagina sul "Corsera" un pezzo di Gian Antonio Stella, intitolato "Il Mahatma Bondi e il digiuno per Retequattro", che contiene una serie di esempi di recenti scioperi della fame un po' strampalati. Il mio non c'era. Ho scritto a Stella per chiedergli il perché e lui mi ha risposto, presto e gentilmente, che gli era sfuggito e che comunque i suoi erano esempi di scioperi assurdi o ridicoli. Deduco che il mio non gli sia sembrato né assurdo né ridicolo. Meno male. Nel frattempo il critico letterario del "Corsera", Ermanno Paccagnini, non si è ancora fatto sentire. Che non stia bene?
Il 12 ho presentato il libro a Cesena, e il "Corriere Romagna" quel giorno titolava "Bianchi il digiunatore". E' stata una bella soddisfazione. Il pubblico si è divertito, oltretutto. Al convegno di Pisa mi sono presentato con in mano un tramezzino, giusto per fugare i sospetti.
Per ora è tutto. Vi sembra poco?