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Giornalismo con Style
06/11/2005

Per gentile concessione dell'editore pubblico qui l'articolo che ho scritto per il numero di novembre del mensile "Mucchio", noto anche come "Il Mucchio Selvaggio" (pag. 159) - www.ilmucchio.it

Il polemico Sergio Saviane, giornalista che i colleghi marchettari oggi fan di tutto per dimenticare, lo chiamava “giornalismo fanfaluca”. E’ il giornalismo del nulla, del che tempo che fa, del gossip e soprattutto della marchetta continuata e reiterata. Da oggi in poi ogni mese, a trenta centesimi più il prezzo del quotidiano, il giorno dell’uscita, o sennò a due euri, ve ne potete portare a casa un nuovo esempio tra i più sapidi e clamorosi. Si chiama Style, con la ipsilon. E’ il nuovo mensile pacco allegato al “Corriere della Sera”. Trecentoquaranta pagine, duecentoottanta di pubblicità. E la regola d’oro che vorrebbe la pubblicità separata e distinguibile dall’informazione va allegramente a farsi benedire, tra articoli che ti spiegano persino il tipo di scarpe del comunista Bertinotti e dell’erede al trono Emanuele Filiberto. Il direttore è Carlo Montanaro. Chi scrive lo ha avuto vicino di redazione per un annetto e lo ricorda come un uomo elegante, serio e affabile. Da allora deve essergli venuta a fastidio la lingua italiana, perché il suo giornale è tutto un elogio al “trend”, allo stile “new rural”, il soggiorno si chiama “living”, una mostra è una “kermesse”, un esordiente è una “new entry”, l’atmosfera al ristorante è “glamour”, il soprabito è un “trench”.
Nel primo numero (ottobre) di questo “magazine” del pensiero profondo c’è un intervista genuflessa della politologa Maria Latella al petroliere di terza generazione Alessandro Garrone il quale per fortuna ci rivela anche a che ora si fa la barba la mattina e che mutande si mette (pag.100).
Questa delle mutande dev’essere un’ossessione di Style, visto che anche il polemista Massimo Fini, celebre per le sue lagne puriste contro la censura, ci spiega quando un culo nudo di una donna è veramente nudo (pag. 106). Di fianco, un trafiletto marchettaro elenca i negozi del mondo dove si comprano le brache più in.
Naturalmente, essendo schifato l’italiano, i collaboratori di Style si chiamano “contributors” e alcuni graziosamente ci raccontano anche la loro vita, caso mai ci tornasse utile a qualcosa.
C’è l’Alessandra Borghese, “discendente di una delle più antiche famiglie dell’aristocrazia romana. Imprenditrice culturale, scrittrice, giornalista. E’ ‘ardente ammiratrice’ di Joseph Ratzinger ‘da tempi non sospetti’. Si rivolge al suo cane Pucci (un jack russel con la coda tagliata) soltanto in tedesco e inglese” (pag. 30). E non poteva mancare la Maria Laura Rodotà, che però si dimentica sempre di dire che è la figlia di Stefano Rodotà, uno che sta in Parlamento da tutta la vita e che è anche il garante della privacy. La Maria Laura come specializzazione ha scelto invece la fanfaluca e perciò chiede a svariati uomini chi siano i loro maschi preferiti ed è tutta contenta quando costoro le rispondono Rocco Siffredi e Massimo D’Alema (pagg. 34 e 86).
Purtroppo in mezzo a tutto questo c’è anche Gian Antonio Stella, che conoscevamo come un accanito giornalista d’inchiesta e fustigatore dei malcostumi, qui impegnato in un’intervista abbastanza a pelle di gatto a Beatrice Borromeo, cognata di Lapo. La quale, ça va sans dire, a pag. 250 dichiara che sposerebbe un metalmeccanico.