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Lo scoop migliore è la verità
25/01/2005

Ecco il testo dell'e-mail che ho scritto oggi a Gianni Riotta, vicedirettore del "Corriere della Sera":

Gent. Gianni Riotta,

Ho letto con grande interesse un suo recente articolo sulla prima pagina del "Corriere della Sera", il quotidiano di cui lei è, se non sbaglio, fresco vicedirettore. È del 15 gennaio. S’intitola “Lo scoop migliore è sempre la verità” e giustamente stigmatizza l’impiego di “giornalisti robot” al soldo di editori dipinti come “magnati occhiuti”. Lei osserva inoltre che l’Italia è un paese “dove la libertà di stampa è bene recente e l’indipendenza da lobbies politiche ed economiche ancora precaria”. Dopodiché invita i suoi colleghi a studiare con cura la lezione autocritica anglosassone.
Io questa lezione un po’ l’ho studiata e sono talmente d’accordo con lei che, insieme alla collega Sabrina Giannini (anche lei giornalista “all’anglosassone”) ho appena pubblicato un librino dal titolo spero eloquente: "La Repubblica delle Marchette" (edizioni Stampa Alternativa).
Be’, lei non ci crederà, ma neppure uno dei suoi colleghi del Corriere ha ammesso di averlo ricevuto in omaggio. E dire che gliene abbiamo mandati parecchi. Si figuri se si sognano di usarlo come spunto di dibattito. In compenso non mi sono perso nessuno dei loro articoli che in questi giorni pubblicizzano ampiamente l’attività di regista di Ilaria Cirino Pomicino, figlia del potente ex ministro napoletano Paolo Cirino Pomicino.
Lei nel suo articolo parla anche di “crisi di credibilità di un’informazione che i computer hanno reso ubiqua, ma che non sa rappresentare il mondo con equanimità”.
Mi dice per favore che cosa dobbiamo fare, noi giornalisti indipendenti?
Cordiali saluti,
Paolo Bianchi www.pbianchi.it