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Firenze Libri, le minacce e gli avvocati
07/04/2010

Ciao, scusa il disturbo: stavo leggendo l'ultima edizione de "L'agenda dello scrittore", di Maremmi e ho trovato lo stralcio di una tua recensione (pubblicata su Il Giornale) che ho poi ritrovato on line. Non mi interessa entrare nel merito del valore dell'opera (che trovo comuque utile sotto certi aspetti, meno su altri), volevo solo sapere se fossi o meno al corrente del fatto che Giorgio Maremmi tramite la sua Firenze Libri è un editore a pagamento. A pag. 35 del libro "Esordienti da spennare", di Silvia Ognibene (libro che sono sicuro conoscerai) quest'ultima afferma di aver ricevuto, nel corso della sua inchiesta, una proposta di pubblicazione a pagamento da parte di Maremmi, sotto forma di acquisto di 290 copie al costo di 2755 euro oppure 2958, a seconda del formato. Come ripeto, non entro nel merito del valore o meno dell'opera, volevo solo chiederti se non pensi ci sia stato una sorta di conflitto tra l'articolo che hai scritto riguardo Il Filo e questa recensione al libro di Maremmi. Silvia Ognibene dichiara anche che Maremmi, assieme alla proposta editoriale, le mandò a casa la sua Agenda, a mo' di convincimento. Voglio dire, se il direttore editoriale de Il Filo scrivesse un vademecum per aspiranti scrittori, seppur valido e utile, non pensi che quest'ultimo contribuirebbe a rendere più popolare questa casa editrice e a migliorare la sua immagine agli occhi dei tanti aspiranti autori? Tutto qui, volevo solo conoscere la tua opionione in merito, non certo permettermi di sindacare le tue scelte e tantomeno la tua libertà di pensiero. Grazie e buon lavoro.
Andrea Mucciolo

Caro Andrea,

Ho scritto quella recensione al libro di Giorgio Maremmi per ricompensarlo di un'inchiesta nella quale, nel 2003, lo avevo classificato fra gli editori a pagamento. Lui era anche inserzionista del "Giornale" e così fece pressioni perché riparassimo il torto. Mi mandò anche uno scatolone di libri da lui stampati, nessuno dei quali ho mai visto distribuito in alcuna libreria italiana. Io piuttosto che pubblicare con Maremmi andrei a coltivare fagioli, tuttavia quel suo libretto mi sembrò, allora, la cosa meno turpe di cui occuparmi per dargli soddisfazione, considerato che tempestava l'ufficio legale di missive minacciose e anche strampalate (ne ho conservate un paio). Evidentemente Maremmi è un editore a pagamento, ma non sopporta che lo si dica in giro. A me invece, dà fastidio che lui continui a usare un mio articolo per farsi pubblicità. Forse dovrei cominciare anch'io a parlare con qualcuno dei miei avvocati. (pb)