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Tutta la stanza

Come ho vinto un disegno di Vauro
14/11/2007

L'altro giorno Giorgio Forattini è stato condannato per una vignetta sul giudice Gian Carlo Caselli, ritenuta diffamatoria. Ho telefonato a Vauro per chiedergli una dichiarazione. Lui sosteneva che "Il Giornale" non gliel'avrebbe mai pubblicata. "Scommettiamo?" gli ho chiesto. Il giorno dopo, sabato 10 novembre, il pezzo è uscito. Non avevamo scommesso niente di preciso, ma un disegno (originale) mi sembra il minimo. Vauro è d'accordo. L'articolo è questo.

“La satira che non dileggia che satira è?” chiede subito Vauro Senesi, comunemente noto come Vauro, vignettista del Manifesto e collaboratore televisivo di Michele Santoro, non appena gli comunichiamo della sentenza che condanna il suo collega Forattini. “Premesso che non condivido la presupposta tesi di Forattini, e che non la penso come lui, faccio notare che la satira nella forma della vignetta non fornisce mai un’interpretazione univoca, ma libera. E’ nella sua natura: cerca di arrivare direttamente alle viscere del lettore. Perciò trovo grottesco querelare i satirici e i comici. La mia solidarietà a Forattini è dunque scontata. E pur precisando che sono amico di Giancarlo Caselli, gli vorrei dire che se una volta si parlava di ‘compagni che sbagliavano’ in questo caso direi ‘amici che sbagliano’. Vorrei che la potesse ritirare, quella querela”. Non può, oramai è la sentenza è passata in giudicato, tre gradi di giudizio e buonanotte. Chiediamo a Vauro quali condanne abbia ricevuto lui. “Tre mesi con la condizionale per oltraggio alla religione”. I risarcimenti pecuniari però finora li ha scampati. “Sono vicende tristi,” conclude il vignettista toscano. “La satira è un gioco. Può essere pesante, naturalmente non condivisibile, ma vederla ridotta alla verbosità arida di una sentenza non fa mai piacere”. Sul linguaggio farraginoso delle sentenze ride anche Lorenzo Beccati, autore del programma televisivo satirico Striscia la notizia e voce del Gabibbo. “Sto dalla parte di Giorgio Forattini. La satira non deve avere nessun limite”. E suggerisce un’alternativa: “Avrei trovato più elegante se Caselli avesse fatto pubblicare una vignetta, anche cattivissima, contro Forattini. Quello almeno sarebbe stato uno scontro fra gentiluomini”.