Home page

Momenti belli

Libero

Fuori dai cassetti

Traduzioni

     

Tutta la stanza

Rispondetemi ad alta voce, per favore
21/09/2007

Adesso basta. Adesso non taccio più. E a chi mi dicesse che parlo già troppo, rispondo: non ho ancora detto abbastanza. Anzi, non ho neppure cominciato.
D’ora in poi, su questo sito e non solo, fornirò il resoconto dettagliato di tutti gli atti di prepotenza, di soperchieria, di censura e di sopraffazione messi in pratica dalle consorterie, dalle camarille, diciamo pure dalle mafie dei cosiddetti Operatori della Cultura. Perché a ogni livello, a partire dalle iniziative ministeriali fino alle organizzazioni aggrovigliate e annidate nella provincia profonda e periferica, si risponde sempre alla stessa logica di spartizione. Altro che cultura.
Qui c’è gente che mette le mani sui soldi pubblici e pretende di gestirli a proprio piacimento. Gente che abusa di un potere usurpato. Gli esempi sono innumerevoli e tendono a moltiplicarsi. Alla faccia dei Comuni e delle Province che piangono miseria, mostrano le casse vuote e vessano i cittadini con ogni mezzo, imposte locali, tasse, contravvenzioni.
La cultura diventa un pretesto per la redistribuzione di rendite politiche. E ben pochi alzano il dito per denunciare i soprusi. Bene. E’ ora che qualcuno cominci a farlo. A partire da qualche esempio concreto. Io, d’ora in poi, ho intenzione di occuparmene, magari non dalle colonne di giornali su cui posso essere accusato di conflitto d’interessi. Lo faccio a partire di qui. Lancerò delle provocazioni, e vedremo se qualcuno le raccoglierà. Nel frattempo, vi invito a segnalarmi ogni caso che vi sembri interessante.
Partiamo da questa iniziativa di area bolognese (ma non solo), denominata “Ad alta voce”. Per vedere di che si tratta potete visitare il sito ufficiale: www.adaltavoce.it. C’è scritto:
“Anche quest’anno, alla maratona di lettura che unisce cultura e solidarietà, decine di scrittori e poeti leggeranno nei luoghi più diversi delle città. La settima edizione è a Bologna il 13 ottobre, a Cesena il 19 ottobre e a Venezia il 20 ottobre”.
Nulla di sospetto, in apparenza.
Però.
A questo punto devo tirare in ballo me stesso. E la mia attività di autore.
Già l’anno scorso avevo chiamato e mi ero proposto per partecipare all’iniziativa. Sia ben chiaro: a titolo gratuito e senza neppure pretendere un rimborso spese. Mi sembrava un’idea lodevole e volevo dare il mio contributo. Fino a prova contraria, sono anch’io uno scrittore. Ho chiamato ai primi di ottobre e mi è stato detto che era troppo tardi. Per me non c’era posto. Completo, come un hotel. Va bene, mi sono detto, richiamerò il prossimo anno. Quest’anno, a giugno, era troppo presto. L’organizzazione non era ancora partita. Va bene. Ho richiamato a metà settembre. Troppo tardi. Completo.
Allora.
Io queste operazioni non le gestisco da solo. Ho dei collaboratori. Ufficio stampa, ufficio di organizzazione degli eventi, operatori locali. Anch’io ho una mia organizzazione. Tutte persone che fanno bene il loro lavoro. E che in casi come questo allargano le braccia. “Non sappiamo che cosa fare,” mi dicono. “Non capiamo chi sia a decidere e su quali basi.”
Appunto.
Ho telefonato alla segreteria di questa rassegna Ad alta voce e ho chiesto spiegazioni. Una signora mi ha praticamente riso in faccia. “Ma come,” mi fa, “ ma non lo sa che c’è un comitato scientifico e di personalità della cultura che deve vagliare le proposte?” Un comitato scientifico. Composto da chi? Non si sa. Per leggere dei libri in pubblico. Cosa che io faccio da anni in tutta Italia e senza che nessuno si sia mai lamentato.
Niente da fare. Io a Ad alta voce non ci posso andare.
“E come mai?” ho provato a chiedere. “Anch’io sono una personalità della cultura, se proprio vogliamo vedere.”
“Già,” mi risponde costei. “Ma cosa crede. Si accontenti. Anche a me le case editrici non mi pubblicano i libri”.
“Sarà per quello che si è messa a organizzare festival di cultura,” le rispondo. Per vendetta.
Ma non è questo che mi interessa. Io ho delle domande.
Io mi chiedo e chiedo al pubblico: chi c’è in questo Comitato Scientifico? Chi sono queste Personalità della Cultura?
Ho capito che lo sponsor principale è la Coop, per la precisione la Coop Adriatica. Ma perché c’è il patrocinio del Comune di Bologna, del Comune di Venezia, del Comune di Cesena, dell’Università di Bologna, del Sistema delle Biblioteche di Venezia e di altri Comuni?
Chi tira fuori i soldi?
Perché, se sono soldi pubblici, allora questi criteri di selezione devono essere trasparenti e uguali per tutti.
Perché, se non è così, ci troviamo in presenza di una truffa ai danni dell’Amministrazione pubblica, cioè dei cittadini.
Questa iniziativa, noterete, è politicamente correttissima. A leggere in pubblico sono chiamati anche una quindicina di scrittori “migranti”, cioè stranieri. Benissimo. Chi li ha chiamati? In base a quale criterio? Perché uno scrittore straniero, ma soprattutto “migrante”, può leggere, e io invece no?
Tra coloro che si fossero eventualmente proposti, chi è stato scartato e sulla base di quali motivazioni?
Alcuni obietteranno che io vedo truffe e complotti dappertutto. Ebbene, dappertutto no, truffe e complotti magari no, ma furbetti che si muovono per bande, sì. Gente che si autoconcede la patente di Personalità della Cultura, e la nega agli altri, a meno che quagli altri non siano amici, sì. Ci siamo capiti?
All’inizio dell’estate ho polemizzato con gli organizzatori di una manifestazione milanese, la "Biblioteca in Giardino". Hanno preso i soldi pubblici per parlare di letteratura e hanno chiamato Nek e il Coro delle Mondine. Con tutto il rispetto. Poi dicevano: noi vogliamo portare la Cultura in periferia. Bene, gli ho risposto, allora ditemi quando e dove che vengo anch’io, gratis. “No, tu no,” hanno detto, come nella canzone.
“D’accordo,” mi sono rassegnato. “Vuol dire che quando organizzerò io qualcosa, in periferia, per esempio quando vado alla Biblioteca di Rozzano il 27 settembre, potete venire voi, che ci tenete tanto”.
“Io sono impegnato,” mi ha risposto uno (erano i primi di luglio). “Io vengo volentieri,” mi fa un altro. Quest’altro è attualmente sparito, non risponde ai miei messaggi, mi sa che non viene.
Il 27 settembre, Biblioteca di Rozzano, alle ore 19.00. Offrono anche l’aperitivo.