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Mi autodenuncio: sono complice di Sgarbi
14/06/2007

La settimana scorsa, in una lunga lettera aperta all’assessore alla cultura del comune di Milano, Vittorio Sgarbi, Gianni Biondillo, scrittore, ha chiesto che venga dato spazio alla cultura anche nelle aree periferiche della città, promuovendo e organizzando incontri nelle biblioteche rionali. In particolare lamentava il fatto che quest’anno si rischiasse il blocco dei finanziamenti pubblici per la manifestazione estiva “Biblioteche in Giardino”. L’intervento è stato ospitato nel blog di Gian Paolo Serino. Io, essendo perfettamente d’accordo, ho risposto subito con una minilettera aperta allo stesso Biondillo, che qui riproduco:

"Giustissimo. Vorrei sapere però perché io, come autore, alle varie Biblioteche in giardino et similia non sono mai invitato. Eppure verrei gratis e perfino sotto la pioggia. Spiace anche a me il classismo di certi 'organizzatori di cultura'. Attendo dunque con fiducia la chiamata degli amici di BIG. Un saluto".

Lunedì 11 giugno la lettera di Biondillo è stata pubblicata integralmente nella cronaca del quotidiano Il Giornale, insieme al calendario della manifestazione “Biblioteca in Giardino”.

Martedì 12 giugno nella stessa pagina del Giornale è uscita una mia lettera aperta al direttore e a Vittorio Sgarbi. Questa (il titolo è della redazione):

Non colorate la cultura solo di rosso

Ho letto con interesse la lettera aperta dello scrittore Gianni Biondillo all’Assessore alla Cultura del comune di Milano Vittorio Sgarbi. Sono completamente d’accordo con Biondillo sulla necessità di organizzare manifestazioni culturali anche in luoghi periferici della città, tradizionalmente snobbati dai frequentatori dei salotti buoni. Mi associo dunque alla sua richiesta di patrocinio alle biblioteche rionali di tutta la città, comprese quelle del Gratosoglio, della Bovisa, di Quarto Oggiaro e di Baggio. Sono realtà che conosco bene, sia per la mia attività di giornalista che per quella di autore spesso itinerante. Di recente ho avuto modo di scoprire il circuito delle biblioteche della provincia di Milano, partecipando a numerosi incontri “alla periferia”, proprio come auspica Biondillo. Sono poi lietissimo che proprio “Il Giornale” si sia fatto carico di pubblicare questo sacrosanto appello e che abbia dato ampia notizia della manifestazione letteraria “La biblioteca in giardino”, che si svolgerà appunto in varie biblioteche periferiche milanesi. E’ora però di cominciare a far presente che a simili manifestazioni vengono invitati esponenti della cultura tutti chiaramente legati tra loro da affinità non solo empatiche , ma anche politiche. Guarda caso, ben pochi di loro dichiarano di leggere mai “Il Giornale”, anzi si vantano di non leggerlo. Infine, e qui chiedo che mi sia consentita una breve considerazione personale, trovo curioso (oppure perfino troppo scontato) che a simili manifestazioni, patrocinate da fondi pubblici, non vengano invitati scrittori come me, che pure hanno l’abitudine di esporsi volentieri in pubblico e spesso proprio nelle biblioteche civiche in tutta Italia. Non voglio usare parole forti, ma sento odore di discriminazione, proprio là dove il confronto della cultura gradirebbe un approccio ampiamente democratico. Rimango dunque a disposizione degli organizzatori di qualunque manifestazione letteraria per portare, addirittura gratis, anche il mio modesto contributo.


Oggi, 14 giugno il quotidiano La Repubblica, pubblica un articolo con richiamo in prima pagina, dal titolo "Troppi scrittori di sinistra" da Sgarbi stop alla rassegna. L’articolo è questo:

MILANO - Dopo aver negato il patrocinio al festival di cinema gay lesbico, il Comune di Milano mette in forse anche i finanziamenti a una rassegna letteraria che si svolge ogni anno d'estate nelle biblioteche rionali di periferia. Il motivo? Erano stati invitati autori "troppo schierati politicamente a sinistra", gente come il cantante Jovanotti o il giornalista Marco Travaglio. Per questo, la giunta guidata da Letizia Moratti, nell'ultima seduta ha rinviato la delibera presentata dall'assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, che aveva previsto di stanziare 198mila euro per finanziare la rassegna, il cui inizio è previsto per martedì prossimo. "Condivido pienamente la preoccupazione del sindaco - spiega l'assessore Sgarbi - . Non si capisce per quale motivo dobbiamo spendere una cifra di quell'entità per presentare solo autori di un certo schieramento, quindi ho deciso di integrare la lista delle personalità invitate. Nessuna censura, ma solo la volontà di bilanciare la proposta con autori di altra area politica".
Così, nel programma delle serate che si terranno nelle biblioteche di zona, accanto a nomi come quello dello scrittore Aldo Nove e del giallista Gianni Biondillo, Sgarbi ha voluto inserire altre personalità, anche non strettamente legate al mondo letterario. Fra questi, don Luigi Verzé, fondatore dell'ospedale San Raffaele e il compositore Francesco d'Avalos. "Sto lavorando per ampliare l'offerta di questa rassegna, in modo che non sia a senso unico. Con l'aggiunta degli autori che ho selezionato io, il patrocinio del Comune arriverà, questo è sicuro", dice Sgarbi. Non fa mistero, l'assessore, di non aver digerito la presenza nel programma del nome di Travaglio, "uno che non ha niente di letterario di insegnare ai giovani e che lavora col metodo del pettegolezzo, non certo con quello della storia". Così, sempre per "bilanciare" quella presenza scomoda, Sgarbi ha invitato alla manifestazione i giornalisti Armando Torno, Pierluigi Panza e Andrea Colombo.
Sconcerto fra i promotori dell'iniziativa, che da nove anni si è sempre svolta sempre sotto l'egida del Comune. "Fino ad oggi avevamo aspettato i fondi previsti, qualcuno temeva che non arrivassero - spiega Leopoldo Pelo, dal 2003 direttore artistico della rassegna "Biblioteca in giardino" - . Ma nessuno di noi sospettava che il motivo fosse di natura politica. Abbiamo fatto un programma culturale molto vario e articolato. E sinceramente non capisco le perplessità su Travaglio, che è un giornalista, per altro, non credo nemmeno di sinistra". Il giallista Gianni Biondillo si dice allibito: "Siamo al manuale Cencelli della letteratura, è scandaloso". Critico anche un altro noto scrittore, Antonio Scurati, presente nelle due ultime edizioni: "Il dirigismo di Sgarbi è sbagliato". Da Travaglio una battuta: "Sgarbi inviti Totò Riina al mio posto".


Come noterete, non si fa il minimo cenno al mio intervento. Giusto. Fa bene La Repubblica a ignorare e censurare le mie opinioni. Lo fa per il mio bene, non vuole che il mio nome venga associato a quello del losco critico d’arte destrorso. Io però, mi autodenuncio. Ringrazio Vittorio Sgarbi di avere accolto il mio appello e di cercare di ristabilire un minimo di giustizia distributiva nell’ambito di rassegne culturali che in genere vengono gestite a senso unico, tutti convinti, per pigrizia o per inerzia mentale, che vada bene così. Io sono complice di Sgarbi, e in questo caso anche di Letizia Moratti. Anche perché sono certo che i finanziamenti, alla fine, verranno concessi.

Paolo Bianchi L’Uomo Invisibile